ONDE URTO
La terapia con onde d’urto è chiamata anche ESWT (dall’inglese: Extracorporeal Shock Wave
Terapy) ed è una energia meccanica non invasiva che va a stimolare tessuti bloccati nel processo
ripartivo. Sono utilissime in fase infiammatoria cronica, ma ancora di più in fase acuta. La loro
applicazione La loro applicazione riguarda tutti i processi infiammatori articolari (es. sindrome
cuffia dei rotatori, infiammazione del tendine d’Achille, fasciti plantari, spine calcaneari) ma anche
patologie a carico dell’osso che nessun altro strumento non chirurgico riesce a trattare come difetti
di consolidazione delle fratture e pseudoartrosi ossea. L’applicazione di questa terapia comporta
tempi relativamente modesti e si esegue in poche sedute.
La terapia con onde d’urto è indicata:
- a livello del passaggio osteo-tendineo;
- a livello delle calcificazioni intramuscolari;
- a livello delle discontinuità ossee nelle patologie di mancata saldatura dei monconi ossei.
La traduzione pratica si è quindi rivelata in tre specifici ambiti di intervento:
- nel ripristino dei processi di riparazione ossea ove si registri un ritardo di consolidazione o una
evidente pseudoartrosi; - nel caso di esiti fibrotici e/o calcifici delle lesioni muscolari, quali strappi e lesioni da schiacciamento o da taglio; in tutte quelle situazioni in cui si verifica un versamento ematico è
facile la formazione di raccolte intramuscolari che possono organizzarsi e risolversi con un residuo cicatriziale e/o calcifico di difficile trattamento. Possono verificarsi anche in assenza di
lesioni dirette ma in associazione a patologie neurologiche e in particolare nei comi. In questi casi ad essere maggiormente colpite sono le formazioni para-articolari dell’anca e del gomito. - nelle patologie tendinee o nelle patologie da sovraccarico, in particolare nelle tendinopatie croniche resistenti ad altre terapie, come nelle epicondiliti (tennis elbow), nelle tendinopatie
dell’achilleo e del rotuleo, nella tendinopatia calcifica di spalla, nelle fasciti plantari associate o meno a spina calcaneare, nella trocanterite, nella tendinopatia della zampa d’oca; l’effetto sulle infiammazioni acute appare meno clamoroso. Le onde d’urto sono utilizzate con successo anche nel trattamento dei processi calcifici muscolari e tendinei. In questi casi si registra spesso un netto miglioramento nella mobilità cui non corrisponde analoga
modificazione del quadro radiografico che si modifica solo molto più tardi
Altre applicazioni
Le risposte positive ottenute nel trattamento dei tessuti tendinei hanno indotto l’uso delle onde
d’urto anche nel trattamento delle fibrotizzazioni delle fasce e dei tendini come nel caso delle
rigidità postraumatiche o nel morbo di Dupuytren. Per analogia l’uso delle onde d’urto si è
diffuso ad altre branche mediche, infatti in andrologia è stato proposto e si sono ottenuti buoni
risultati nel trattamento dell’ Ipertrofia Penis Plastica; in odontoiatria è stata proposta
nell’implantologia.
Indicazioni
- Processi infiammatori articolari (sindrome cuffia dei rotatori, tendine di Achille, fasciti plantari, spine calcaneari)
- Patologie dell’osso (difetti di consolidazione delle fratture e pseudoartrosi)
Controindicazioni
ASSOLUTE: Infezioni ossee, cartilagini di accrescimento (bambini), disordini della
coagulazione (paz in terapia con anticoagulanti o affetti da
coagulopatie)
RELATIVE: Donne in gravidanza, portatori di pace maker, neoplasie, cardiopatie
gravi, infiltrazioni cortisoniche recenti; tessuti nervosi e vascolari (NO
colonna vertebrale, cranio e torace).
Dolorosità
Va tenuta presente la possibilità che la terapia possa risultare dolorosa e quindi spiacevole per il
paziente; infatti quando l’onda d’urto va a colpire la zona da trattare può giungere a impattare la
porzione superficiale dell’osso. Questa porzione “corticale” dell’osso è particolarmente ricca di
recettori e sensibile alla stimolazione pressoria. E’ inevitabile la sua sollecitazione quando si va a
trattare una sofferenza tendinea molto prossima ai capi ossei o quando si vuole trattare una
sofferenza al suo passaggio osteo-tendineo. Nella maggior parte dei casi anche questa sensazione
dolorosa, seppur fastidiosa, è ben tollerata.